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Il Selvaggio
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Il Selvaggio nei miti e nelle leggende: Melusina


Il bagno di Melusina. Jean d'Arras, Mélusine, 1478
(Giallongo, 2012).

La leggenda di Melusina


Intorno al 1390 il duca di Berry, erede del castello dei Lusignano, chiede allo scrittore Jean d'Arras di comporre un romanzo che ricordi l'origine per così dire "soprannaturale " della stirpe di cui egli è erede. L'opera vedrà la luce nel 1392 e porterà il titolo di Roman de Mélusine.
La storia narra di Raimondino che durante una battuta di caccia nella foresta di Colombiers, uccide per errore suo zio. Sconvolto dall'accaduto si rifugia in un bosco e presso una fonte incontra tre fanciulle. Una di queste, risponde al nome di Melusina, la quale gli rivela di essere al corrente dell'incidente accadutogli e di poterlo aiutare offrendosi di sposarlo a patto che lui non cerchi mai di vederla il sabato. Raimondino si innamora di questa bellissima giovane ed è lieto di accettare. Il matrimonio si rivela molto felice e fecondo: Melusina dà una numerosa progenie a Raimondo e la prosperità della coppia si riflette anche sui possedimenti della famiglia. Si accresce infatti la produzione agricola e vengono eretti nuovi castelli. Tuttavia, il fratello dello sposo insinua il dubbio sulle misteriose assenze della giovane, tanto da indurre al sospetto Raimondino, che infrange la promessa. La ragazza, trasformandosi in serpente, scomparirà per sempre nel regno delle acque, ma tornerà furtivamente di notte, strisciando, a rimboccare le coperte dei suoi piccoli e i figli nati dal loro matrimonio daranno gran lustro alla stirpe da lei fondata.



Il bagno di Melusina. Jean d'Arras, Mélusine, 1478
(Giallongo, 2012).
Il Roman de Mélusine , come sostiene Le Goff nel suo saggio “Melusina materna e dissodatrice” nel “Tempo della Chiesa e tempo del mercante” è la codifica di una serie di credenze popolari su unioni tra fate e umani che a partire dal XII secolo cominciano ad essere riprese nella cultura letteraria.

Walter Map , chierico che viveva alla corte reale d’Inghilterra, nel De nugis curialium scritto tra il 1181 e il 1193 racconta del matrimonio tra “Henno dai grandi denti” (che costituisce anche il titolo di una storia) ed una strana creatura incontrata piangente in una foresta non lontana dalle spiagge della Normandia. La bellissima sconosciuta, che indossa abiti regali, racconta ad Henno di essere sopravvissuta al naufragio della nave che la stava accompagnando dal re di Francia, suo promesso sposo. Henno si innamora della fanciulla, la sposa e da lei ha una bellissima progenie. Ma la madre di Henno si accorge che la nuora si astiene dalla comunione, si sottrae all’aspersione dell’acqua benedetta ed evita l’inizio e la fine della messa. Decide così di spiare la giovane attraverso un buco scavato nel muro della camera da letto e la sorprende mentre sta facendo il bagno sotto forma di drago, per poi riprendere la sua forma umana. Henno, informato, decide di far aspergere la moglie di acqua benedetta, ma la giovane balza via e scompare volando nell’aria emettendo un grande urlo. Si narra che all’epoca di di Walter Map esiste ancora una numerosa discendenza di Henno e della moglie-drago.


Melusina vola in forma di drago sul castello di Lusignano.
Miniatura tratta da Les Très Richess Heures du Duc de Berry.
Codice miniato, 1412-1415 circa (Giallongo, 2012).
La storia di Henno dai grandi denti è stata avvicinata a quella "Dama del castello di Esperver" raccontata da Gervasio di Tilbury, anche lui ex protetto di Enrico II d’Inghilterra , negli Otia Imperialia (III,57) composti tra il 1209 ed il 1214, momento in cui era maresciallo per il regno di Arles:ed è proprio in questo regno che si trova il castello di Esperver. Anche la dama di Esperver non assisteva alla consacrazione dell’ostia e alla parte iniziale della messa e allorché il marito e alcuni servi la trattennero a forza nella chiesa, questa volò via nel momento dell’ostensione dell’ostia.

Le Goff propone di avvicinare la storia di Henno dai grandi denti anche e soprattutto all’altra raccontata ancora da Gervasio di Tilbury negli Otia Imperialia (I,15) ossia quella di “Raimondo dello Château-Rousset”. Qui si narra del signore del castello di Rousset che incontra nei pressi del fiume Arc una donna bellissima la quale acconsente di sposarlo a patto che egli non cerchi mai di vederla nuda perchè in quel caso lo sposo avrebbe perso tutta la prosperità materiale che lei gli avrà arrecato. La coppia ebbe ogni felicità: ricchezza materiale, salute, forza e una numerosa e bella progenie. Ma anche in questo caso la curiosità di Raimondo sarà fatale: quando l’uomo strappa la tenda dietro la quale la moglie sta facendo il bagno, questa si trasforma in un serpente e scompare nell’acqua del bagno. Tornerà in forma invisibile tutte le notti a vedere i suoi bambini e solo alla nutrice sarà dato saperlo. Anche questa storia non ha data e la donna-serpente non ha nome, ma all’epoca di Gervasio la discendenza di Raimondo è ancora presente.

Dall’analisi delle leggende si evince che la funzione delle donne-drago o delle donne-serpenti narrate è quella di portatrici di fecondità e prosperità ed è proprio grazie a questi poteri provenienti dall’ibridazione con il mondo animale che Melusina viene rivendicata come antenata mitica dalla stirpe di una nobile famiglia di Francia.